Kilian, UTMB, lo spirito trail

 



Torno a scrivere qualche pensiero sul trail running, sport che pratico sin tanto la schiena e gli acciacchi lo permetteranno. Lo spunto è stata la recente querelle tra Kilian Jornet e Zach Miller con(tro) l’organizzazione UTMB.

Non sto a riassumere quanto successo, tutto è nato dalla condivisione di una comunicazione che doveva essere privata in un post su IG, questo. Qui e qui un riassunto sul magazine italiano Spirito Trail. Altre informazioni sul sito UTMB qui, sul profilo IG di Kilian qui.

Se stai leggendo probabilmente sei un appassionato del 'mondo trail'. Sai che commenti e opinioni sono arrivati da tutte le parti. Le informazioni, quelle vere, credo che possiamo solo immaginarle: io ci provo. 

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Ora. Kilian è uno sportivo di livello mondiale. Indiscutibile. Non perdo tempo a lodare quello che è stato è sarà ancora nel panorama professionistico della montagna e dell'outdoor.

Da poco tempo è diventato anche imprenditore tutto tondo, nulla vieta anche a lui, quindi, in quel campo, di fare il proprio interesse e solo quello. E appena entri nel business, la tua immagine può anche subire declinazioni diverse da quelle abituali a cui siamo abituati: in fondo, non siamo stati noi appassionati ad averlo anche investito come assoluto riferimento sportivo quando magari qualche ‘baco’ potrebbe caratterizzarlo (e naturalmente, aggiungo)?

Chi può negare che con quella sua lettera (strana davvero, per nulla chiara ed esplicita) abbia iniziato una 'trattativa' per una attenzione economia diversa nei propri riguardi e per gli altri professionisti del trail? 

Il 'mondo trail' è in continua crescita da circa 15 anni: i praticanti e appassionati sono aumentati di conseguenza le case produttrici di abbigliamento e materiale hanno spostato risorse e attenzioni maggiori del proprio business anche in questo ambito: sponsorizzazioni, team, ma soprattutto prodotti. 

Difficile collocare a livello globale la ‘penetrazione economica' di questo sport. Se confrontato ad altri ben più noti, il trail è quasi una goccia nell'oceano (beh, forse ha una dimensione più ampia, ma non maggiore della pallavolo, per esempio). Ma il trail è, ed è stato, trainato da tutti gli sport outdoor di montagna e viceversa: qui i numeri cambiano (non ho cifre, chi in possesso le diffonde?)

Tutto questo per dire: e se avesse preso una consapevolezza diversa, più pragmatica, che il colore dei soldi è bello quanto le cime innevate delle montagne? 

Io credo che lui e Zach vogliano ‘attenzionare’ l'espansione del circuito di UTMB. Ogni possibile posizione di dominio, o presunto, deve essere messa sotto i riflettori.

Ma ho trovato, nelle presunti ambiti messi sotto esame, alcune incongruenze.

L'attenzione sulla sponsorizzazione DACIA , per esempio: lo era anche nell’edizione da lui vinta, ma al tempo nessuna osservazione. Si può cambiare idea, avere informazioni più precise, ma la coerenza si manifesta anche e soprattutto su piccole e presunte anomalie.

Essere sponsorizzati poi da una multinazionale che causa e immette CO2 più di tutti noi appassionati messi insieme fa storcere il naso. Di se l’osservazione non fa una piega, ma mi sembra un green-washing al contrario: siamo certi e coerenti nelle nostre azioni quotidiane con quello che pensiamo di questa circostanza?

CO2 sotto accusa anche per l’invito ‘nascosto’ di partecipare alle gare del UTMB World Tour nei vari continenti terrestri. Anche qui: ragionevole, ma è davvero uno/due viaggi aerei (all’anno? di quanti appassionati, poi?) che influenza la propria neutralità carbonica? ‘...non lo so Rick…’

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L'organizzazione si è 'mangiata' altre manifestazioni e le ha oscurate? In che misura, poi? 

Chi ha deciso di entrare nel circuito lo avrà fatto anche per auspicati riscontri economici, migliori di quelli che avrebbe avuto se avesse continuato in autonomia.

Ne hanno risentito manifestazioni minori e le gare locali? L’unica gara italiana nel circuito, la LUT, non catalizza e influenza l’intero movimento, pur essendo la stessa di assoluto rilievo. EDIT: recentemente è stato inserito anel circuito anche il Chianti Trail, in Toscana.

Le manifestazioni e le gare locali continuano a vivere. Quelle ben organizzate e/o quelle che si svolgono in bellissimi contesti paesaggistici stanno bene. Magari con fatica e mille difficoltà derivanti da altri motivi imputabili, direttamente o meno, al circuito UTMB.

La corsa alle stones può aver deviato qualche migliaio di partecipanti, ma non tanto da influenzare il movimento locale. Qui in Liguria quelle solide e  storiche continuano ad esserci e a funzionare bene.

Perché poi, organizzare una manifestazione di trail running non è facile, per nulla. Non solo a livello economico. E’ normale quindi che ci siano quelle che dopo una o due edizioni spariscono. Riscrivo: è normale e la responsabilità non è dell'UTMB e il suo circuito.

Per entrare nello specifico: cosa avrebbe dovuto chiedere Kilian a UTMB per questo argomento?
Magari lo farà, ma lo poteva anche scrivere, noi tutti ci saremo fatti un’idea più precisa: la comunicazione è importante ragazzo. E lo sai.

Propongo io per te: al circuito UTMB chiederei dei finanziamenti da girare alla federazione locale (!!!???) di ogni paese in cui si svolge almeno una gara del circuito UTMB: ogni anno si decide, tutti assieme: UTMB e rappresentanti locali scelgono una/tre/dieci manifestazioni che beneficeranno di questo bonus per migliorare i servizi offerti. Oppure, singole manifestazioni scelte a cui assegnare le fottute STONES per un anno specifico, una volta verificate non le caratteristiche tecniche (che nel calcolo normale hanno un peso importante) ma quelle di sicurezza. Esempio: il Genova Trail del 2024 fornirà una stones per il percorso corto e due stones per il percorso lungo.

Altre idee sono ben accettate, Zach!

Penso anche ad un'altra osservazione che Kilian & C. forse aveva (avrà) in canna: quanto UTMB abbia contribuito a diffondere la pratica sportiva, magari, e soprattutto in ambito giovanile. Beh, le ‘gare’ bambini sono un evento della 'settimana santa' davvero lodevole. La partecipazione sportiva ed emotiva (anche dei genitori) è massima. Non è certo solo questo che ne determina un’azione forte nella diffusione di questo sport, ma è una buona partenza.

Ci sono poi altre forme, per esempio. Come quelle adottate dalle società locali dove abito, per esempio. Sisport da tempo organizza uscite con ragazzi e giovani, così come un’altra società sportiva, la Ergus. Così fanno anche molte altre società in Italia.

Sulle possibili critiche sui costi d'iscrizione sorvolo: argomento da tempo perso. Basta cercare e confrontare con altre manifestazioni simili per caratteristiche tecniche, tenendo conto delle variabili oggettive.

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Come scritto all’inizio tutti possiamo e dobbiamo esprimere opinioni e giudizi. Certo, se fatto con cognizione di causa (sempre al netto della nostra cultura personale) sarebbe meglio: aiuterebbe essere più consapevoli far parte di una società sportiva,  non solo come tesserato ma come partecipante attivo, anche come volontario all'interno dell'organizzare una gara/manifestazione di trail running. Aggiungo, nel caso specifico, che aver vissuto e frequentato Chamonix più di una volta durante la settimana santa aiuta a ‘percepire’ meglio l'ambiente, ben diverso che leggerlo sul web.

Si: manca tanto nell'analisi. Ma intanto partiamo da buone basi. 


p.s.

Lo spirito trail. Tutti lo rivendicano ma da nessuno, in definitiva, ho letto o ascoltato una descrizione chiara.

Forse si allude a quella alchimia, quella empatia, che si crea quando, durante una gara, si forma un gruppetto di partecipati che procedono allo stesso ritmo, il più delle volte camminando velocemente, il più delle volte da metà classifica in giù, e s'inizia a parlare della propria vita: infortuni, sesso, politica.

Forse quello è che i pionieri del trail italiano rivendicano, perché al tempo non c'era la corsa alla vittoria e alla prestazione ma solo al completamento del percorso? Se quello, cazzo ne sanno Kilian e Zach dello spirito trail visto che non hanno il tempo e le risorse di aprire bocca se non per respirare e mangiare gel? Lo immaginate davvero Kilian che si lamenta con Jim delle rotture di cazzo di Emelie e dei sui piatti a base di patate bruciate?








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