Trail tra Mare e Cielo 2012

Maledetto Android! No, Sant'Android! Posso tranquillamente essere un Geek, moderato, che per questi giochetti ci perde un po' la testa. La definitiva rottura del vecchio, e normale, cellulare mi ha spinto all'acquisto di uno smartphone. E all'inizio sembra non se ne possa fare a meno, a forza di essere patetici. Sempre con il parallelepipedo in mano, in ogni momento, in ogni dove.


Breve preambolo, per dire che alle 6.30 leggo, attraverso lo stesso smartphone, il pensiero mattutino di Gilberto Costa, lui ancora prima del sottoscritto già in piedi. Anzi, con le gambe sotto il tavolo:

"Il ticchettio dell'orologio a muro. Penelope nell'angolo, arrotolata sul nero del suo manto, che non sai nemmeno dove inizia, dove ha fine; la pentola che ribolle sul fuoco, un etto di riso fa i salti dentro".  Io attendo.

La scorsa volta ci avevo provato anche io, non riuscendoci. Mi sono svegliato presto, appunto per non iniziare a correre prima. Preferisco rubare qualche minuto al sonno che riservarlo alla frenesia che altrimenti mi logorerebbe prima. E poi, il suo ciclo era finito: nessuna fatica e nessuno sforzo ad alzarsi.

Appuntamento sotto casa con mio fratello. Passiamo a prendere Massimo-Federico ed insieme facciamo il viaggio verso la Laigueglia. Si parla un po' di Genoa, di Ze Eduardo e ovviamente della gara. Massimo-Federico a sorpresa tira fuori dalla tasca un foglietto: disegnato a penna, il profilo altimetrico del trail. - Al 6 km inizia la discesa, intorno al 23 l'altra! Frase che mi echeggierà in testa sintanto non affronterò le stesse.

Usciamo a  San Bartolemeo al mare, qualche km indietro e arriviamo a Ligueglia. Scorgiamo le prime macchine con portiere e portelloni aperte. Tanti atleti si stanno già cambiando e se sono qui sulla strada ancora prima di entrare nel paese o siamo vicini o è già tutto pieno. Entrambe le semplici considerazioni sono vere. Ci allontaniamo da palazzetto, scorgiamo dei posteggi con linee blu: - Sono riservati da Aprile a Settembre! Una gentile signora ci dice. Ottimo! Parcheggiamo e indossiamo i pettorali che al volo avevo prima ritirato.

Il cielo è ancora velato. Incontriamo gli altri del gruppo Sisportgym, un saluto, una stretta di mano e via alla punzonatura. Ho deciso di partire 'nudo e crudo', senza la macchina fotografica che sempre mi porto dietro e il camel-bag. L'allenamento c'é, i ristori previsti frequenti. Scelta forse un poco ardua (per il mio livello) ma che poi  si è rivelata alla portata. Anche se, in una ipotetica uguale e futura condizione, porterò con me almeno una borraccia.

Breve briefing: descrizione del percorso e raccomandazione a chi vuole 'tirare' di iniziare da subito. Il km sulla spiaggià avrà anche funzione di scremare il gruppo. Dopo si sale subito su single-track: difficile superare e tenera sotto controllo la voglia e le forze fresche che spesso fregano molti su distanze pseudo-corte.

I primi vanno, eccome se vanno. Parto e mi si stacca una graffetta del pettorale. Primo stop: impossibile riattacarla in corsa e sulla sabbia. Rischio di perforarmi e di lasciare una firma speciale sulla sabbia. Riparto e accelero, non tanto per arrivare nelle prime posizioni quanto per cercare di rompere il fiato.

Mio fratello e Massimo-Federico li perdo subito di vista, hanno un altro passo. Salgo per un poco con Espansione: la lunga coda permette di scambiare un po' di parole senza troppo fiatone. Si sale e dopo pochi km arriviamo al primo ristoro. Il cielo si è aperto, il sole ha fatto capolinea sui nostri cappelli, sulle nostre bandane e i vari buff. Si beve già tanto: benedette arance!

Il percorso è corribile, molto. Sulla prima cresta si scorge una lunga striscia colorata. L'abbigliamento di tutti i trailer fanno brillare la collina. Dopo 6 Km si scende un bel po'. Le gambe tengono bene: mi concentro sul bacino e sul movimento. Ho buoni riscontri e scendo veloce. Cosa che solo un anno fa mi spaventava. Fa caldo, i tratti all'ombra sono un intermezzo quanto mai apprezzato.

Ha descritto bene Giuseppe il percorso di questo Trail, dei Trail liguri. Mai distrarsi, sempre attenti: il terreno non permette rilassarti. E quando inizi ad essere più stanco, devi ulteriormente concentrarti. Breve tratto di asfalto, ora si sale. Forse il tratto che più ho sofferto. Ma arrivato in cima 'scopro' il nome di questa manifestazione. Sono abbastanza fresco per poter apprezzare la sensazione di essere davvero sospeso  tra mare e cielo. Il panorama è fantastico: le Alpi ci controllano , il mare ci aspetta. Laigueglia, laggiù: così vicina, così lontana.

Un po' di discesa e si arriva al ristoro di Colla Micheri. Incontro la Presidente e poco dopo Matteo mi 'spara' una raffica di fotografie. Si torna indietro e riprendiamo a correre sul parte del tragitto iniziale. Incrocio chi mi precede. Osservo il loro movimento per interpretare il loro sforzo. Cerco di leggere il loro pensiero. Alcuni sorridono, altri soffrono, ma continuano a 'tirare'.

Vedo da distante una maglia con i colori sociali, ma non è Espansione che, come da soprannome, ha messo il turbo. E' Massimo-Federico che provato dai crampi ha rallentato il ritmo. Non mi preoccupo più di tanto per lui, lo conosco: arriverebbe al traguardo anche solo sulle mani. Facciamo un po' di strada assieme, poi in salita mi stacco un po'.

Siamo sulla cima Coppi della gara, ora si scende sino alla spiaggia. Ma vederla da lassù sembra cosi distante. Saluti gli ultimi volontari, e corro. Scendo felice: le gambe reggono benissimo. Effetto che mi traina sino alla spiaggia.

Una ragazza mi supera, ma si volta e mi dice: - Che bello, eh!? - Assai! Le rispondo con tono da supercazzola, non per volontà, ma per stanchezza. Ho il rammarico di non aver corso a piedi scalzi sulla battigia. Il gonfiabile blu dell'arrivo è laggiù in fondo e non vedo l'ora di passarci sotto. Ultimo sorriso, un po' provato, al fotografo e anche io vengo smarcato.

Prendo al volo un bicchiere d'acqua, ma non riesco a fermari di colpo. Devo fare ancora alcuni passi. Vado un poco avanti, mi tolgo dal caos dell'arrivo e do aria ai piedi infuocati. In un attimo sono in acqua. E' anche il momento in cui scarico stress agonistico, che prima e durante tieni dentro e che neanche lo sforzo fisico attenua.

Salgo in passeggiata, siamo tutti arrivati. Luca tranquillo e rilassato, come se non fosse neanche partito, si gusta un panino e ci racconta le sue impressioni sulla sua gara. Le docce sono fredde, l'affollamento alto. Poco male, ci accodiamo per il ristoro di fine gara. Da vegetariano non trovo un primo che possa mangiare, ma qualche pezzo di pan-focaccia e di torta di verdure mi saziano quel che bastano. Due birre condiscono nello stomaco anche la crostata. Gli zuccheri iniziano a fare il loro effetto e sto meglio.

Ci allontaniamo e salutiamo Laigueglia accarezzata da un fresco vento da nord. Al prossimo anno.