Tira più il Trail del Monte di Portofino che un carro di buoi. E' questo il detto, vero? Come al solito il nome e il paesaggio richiamano tanti corridori, molti di fuori Liguria. Anche quest'anno più di 500 i partecipanti.
Sarà la sfiga da trail che mi perseguita in questo ultimo periodo, ma anche per questo, dopo la Cantoca, arrivo al giorno della manifestazione non tanto impreparato o poco allenato, quanto stanco e stressatissimo per un nuovo evento personale (ora risolto) che mi ha provato non poco. La data non si può spostare, decido, a conti fatti sbagliando, di partecipare comunque.
L'appuntamento con i compagni di società è alle 8.00 dal campo sportivo di Santa Marghertia. Mi fratello mi viene a prendere sotto casa. E' con un amico incontrato mentre anche lui stava caricando la borsa in macchina per la stessa destinazione. Partiamo, e non riesco a trattenermi da piccoli proseliti: '...in salita cammina, mi raccomando!'. Supererà il traguardo prima di me, anche più fresco.
Arriviamo all'appuntamento. Ci cambiamo, attacchiamo il pettorale e tutti scendiamo correndo verso la partenza. Anche se solo un riscaldamento chi più veloce è già parecchio avanti. Non avrei tenuto il passo, ma mi accorgo che il fiato è corto. La piazza della partenza inizia a rimpiersi. Prendiamo un caffè nello stesso bar dove due settimane prima avevamo gustato un espresso per il giro di ricognizione che avevamo deciso fare. Incontriamo a sorpresa Maura e Giorgio che avevano promesso non ci sarebbero stati. Invece. Giorgio sempre ironico e sorridente, Maura un poco agitata per la gara. Iscritti all'ultimo momento, si godrano l'eccellente giornata e il fantastico paesaggio.
E' passato un anno. Questo Trail è stato il mio primo nel 2010. Non cerco il riscontro cronometrico. Ma voglio chiudere il cerchio. Valutarmi dopo un anno di allenamenti e corse. Con un po' di esperienza in più. Ma sono partito da casa già con l'idea che probabilmente questo desiderio non si sarebbe concretizzato. E infatti le 3h 27' dell'anno scorso, con alle spalle solo qualche corsetta da 10 km e poco altro, non lo migliorerò.
Scattiamo la foto 'ufficiale' di società: mai cosi tanti partecipanti tutti assieme. Giusto in tempo per la partenza. Mi inserisco nel gruppone e anche qui ancora qualche foto. Si parte. In breve si sale verso Nozarego. Voglio tenere e non smetto mai di correre, anche se a mio ritmo. Ma mi accorgo subito di avere 10 kg in più con me.
Dopo circa 5 km vedo mio fratello che mi aspetta sul lato del sentiero. Credo subito ad un infotunio: troppa gente e giornata no anche per lui, mi rassicura. Ripartiamo insieme. Ai primi due ristori non mangio: è sempre cosi quando il ritmo è troppo elevato. Solo un po' di té. Rifiato. Le gambe ci sono, eccome. Ma una stanchezza generica non mi abbandonerà mai. Mio fratello si ferma per una toilette volante. Io proseguo e lo aspetterò un paio di minuti al ristoro di San Rocco. Recuperiamo un po' di energie entrambi, alziamo il ritmo. Ma dura poco. Io per primo non riesco proprio. Quast'anno, poi, ho benedetto la discesa verso San Fruttuoso. In queste condizioni meteo, secco-caldo-asciutto, è corribile sempre con attenzione, ma ad un certo ritmo. Come già scritto le gambe e i muscoli ci sono e tengono molto bene.
A San Fruttuoso mangio un poco, ma lo strappo in salita mi ricorda che 'non oggi, Daniele!'. Diversi saliscendi, sempre attraverso una profumata macchia mediterranea, ci portano all'asfalto. Ci raggiunge Enrico, compagno sino ad ora dei trail più lunghi. Scendiamo da Nozarego attraverso le creuze verso Santa Margherita. Ultimo passaggio sul lungomare. Le sciure non si spostano: affaticato devo concentrarmi anche per qualche slalom!
Al traguardo, quest'anno, ancora tanta gente. Saluto i primi arrivati della società, alcuni con prestazioni davvero eccellenti. Termino il trail in 3h 30' 30". Li giocherò al lotto. Ma l'amaro in bocca è consistente, anche se le birre al ristoro dell'arrivo se le sono scolate solo i primi arrivati. Scambio due parole con Espansione. Anche lui un po' dolorante e di ritorno alla competizione dopo l'impresa del Tor de Geants.
Torneremo a casa assieme, un po' giustificandoci a vicenda delle nostre non prestazioni, un po' prospettando le corse future ma molto a disquisire sul vicino di casa di Francesco: un vero incubo. Altro che crampi.
Sarà la sfiga da trail che mi perseguita in questo ultimo periodo, ma anche per questo, dopo la Cantoca, arrivo al giorno della manifestazione non tanto impreparato o poco allenato, quanto stanco e stressatissimo per un nuovo evento personale (ora risolto) che mi ha provato non poco. La data non si può spostare, decido, a conti fatti sbagliando, di partecipare comunque.
L'appuntamento con i compagni di società è alle 8.00 dal campo sportivo di Santa Marghertia. Mi fratello mi viene a prendere sotto casa. E' con un amico incontrato mentre anche lui stava caricando la borsa in macchina per la stessa destinazione. Partiamo, e non riesco a trattenermi da piccoli proseliti: '...in salita cammina, mi raccomando!'. Supererà il traguardo prima di me, anche più fresco.
Arriviamo all'appuntamento. Ci cambiamo, attacchiamo il pettorale e tutti scendiamo correndo verso la partenza. Anche se solo un riscaldamento chi più veloce è già parecchio avanti. Non avrei tenuto il passo, ma mi accorgo che il fiato è corto. La piazza della partenza inizia a rimpiersi. Prendiamo un caffè nello stesso bar dove due settimane prima avevamo gustato un espresso per il giro di ricognizione che avevamo deciso fare. Incontriamo a sorpresa Maura e Giorgio che avevano promesso non ci sarebbero stati. Invece. Giorgio sempre ironico e sorridente, Maura un poco agitata per la gara. Iscritti all'ultimo momento, si godrano l'eccellente giornata e il fantastico paesaggio.
E' passato un anno. Questo Trail è stato il mio primo nel 2010. Non cerco il riscontro cronometrico. Ma voglio chiudere il cerchio. Valutarmi dopo un anno di allenamenti e corse. Con un po' di esperienza in più. Ma sono partito da casa già con l'idea che probabilmente questo desiderio non si sarebbe concretizzato. E infatti le 3h 27' dell'anno scorso, con alle spalle solo qualche corsetta da 10 km e poco altro, non lo migliorerò.
Scattiamo la foto 'ufficiale' di società: mai cosi tanti partecipanti tutti assieme. Giusto in tempo per la partenza. Mi inserisco nel gruppone e anche qui ancora qualche foto. Si parte. In breve si sale verso Nozarego. Voglio tenere e non smetto mai di correre, anche se a mio ritmo. Ma mi accorgo subito di avere 10 kg in più con me.
Dopo circa 5 km vedo mio fratello che mi aspetta sul lato del sentiero. Credo subito ad un infotunio: troppa gente e giornata no anche per lui, mi rassicura. Ripartiamo insieme. Ai primi due ristori non mangio: è sempre cosi quando il ritmo è troppo elevato. Solo un po' di té. Rifiato. Le gambe ci sono, eccome. Ma una stanchezza generica non mi abbandonerà mai. Mio fratello si ferma per una toilette volante. Io proseguo e lo aspetterò un paio di minuti al ristoro di San Rocco. Recuperiamo un po' di energie entrambi, alziamo il ritmo. Ma dura poco. Io per primo non riesco proprio. Quast'anno, poi, ho benedetto la discesa verso San Fruttuoso. In queste condizioni meteo, secco-caldo-asciutto, è corribile sempre con attenzione, ma ad un certo ritmo. Come già scritto le gambe e i muscoli ci sono e tengono molto bene.
A San Fruttuoso mangio un poco, ma lo strappo in salita mi ricorda che 'non oggi, Daniele!'. Diversi saliscendi, sempre attraverso una profumata macchia mediterranea, ci portano all'asfalto. Ci raggiunge Enrico, compagno sino ad ora dei trail più lunghi. Scendiamo da Nozarego attraverso le creuze verso Santa Margherita. Ultimo passaggio sul lungomare. Le sciure non si spostano: affaticato devo concentrarmi anche per qualche slalom!
Al traguardo, quest'anno, ancora tanta gente. Saluto i primi arrivati della società, alcuni con prestazioni davvero eccellenti. Termino il trail in 3h 30' 30". Li giocherò al lotto. Ma l'amaro in bocca è consistente, anche se le birre al ristoro dell'arrivo se le sono scolate solo i primi arrivati. Scambio due parole con Espansione. Anche lui un po' dolorante e di ritorno alla competizione dopo l'impresa del Tor de Geants.
Torneremo a casa assieme, un po' giustificandoci a vicenda delle nostre non prestazioni, un po' prospettando le corse future ma molto a disquisire sul vicino di casa di Francesco: un vero incubo. Altro che crampi.