Francesco tra i giganti


Scrivo queste righe proprio mentre Franceso sta giungendo al traguardo, stimolato dalla lettura di un articolo online su intervento di Umberto Eco, del quale riporto un passaggio:

Nel suo intervento, Eco ha parlato poi dei due diversi modelli di formazione, solo in apparenza non comunicanti: quello umanista e quello scientifico. E ha più volte sottolineato come i filosofi e gli uomini di lettere siano indispensabili nelle scienze esatte, soprattutto per la vena creativa e per la capacità di cogliere tutte le potenzialità della tecnologia.

Trovo una similitudine, un po' perché mi hanno raccontato come è Francesco, un po' perché sono impressioni che sono nate dopo averlo conosciuto e averci parlato. Anche se poco. Trovo creativo lo spirito su come ha affrontato questo Trail, il Tor de Geants. La sua prospettiva non teorica, la sua profana determinazione. Una ragionevole irrazionalità, pura e cristallina. Aspetti che permettono di raggiungere a superare obiettivi che vanno oltre all'impresa fisica. Affrontare l'UMTB, portarlo a termine e poi partecipare al Tor de Geants, pochi giorni dopo. E arrivare al traguardo anche qui, dopo aver corso e camminato per 330 km.

Francesco è stato protagonista di questa piccola-grande impresa sportiva. Ma non solo. Il Trail Running ha declinazioni non solo fisiche, ma anche - e soprattutto - psicologiche. La resilienza psicologica, la sua forza e determinazione hanno trovato significato e forma nella sua corsa.

Forse avrò interpretato tutto sbagliando, ma mi piace credere sia stato cosi, perché ho ricevuto  impressioni positive e costruttive. Ogniqualvota leggerò il suo racconto, anch'esso scritto di corsa, sorriderò e immaginerò di essere stato con lui. Starò meglio di prima, e andrò a correre.