Lavoratori. Quelli veri.

Percorro la sopraelevalta. Come ogni mattina. Nell'unico spazio dove possibile una sosta, di emergenza, ci sono due vigili urbani. Accanto a loro un signore che, causa il veloce passaggio in moto, lo immagino più che vederlo davvero. Questo, seduto sul suo camion stracarico di materiale edile, sembra sconsolato.  Seduto, con lo sguardo nel vuoto.


Velocemente immagino la situazione: è stato fermato perché,  probabilmente, quel camion, cosi carico non può attraversare la sopraelevata. Lui, forse, non lo sa. O almeno avrà fatto finta. Penso anche che con tutte le possibili contravvenzioni da fare, abbiano scelto la persona sbagliata. Per un qualche motivo, le braccia grosse dello sconsolato fermato mi inducono a pensare che lui è uno di quelli che l'impegno per guadagnarsi da vivere lo mette davvero. Che le sue mani sono tre volte le mie per aver preso, spostato, caricato più 'zetto' di quanto possa pensare.  Che non merita, anche se in torto, una multa o una grana, proprio oggi.

Penso questo. Tutto in 2 veloci secondi: il tempo del mio passaggio davanti a loro.