Bodyboard Club Liguria

Surf


Pino aveva una short. Non ricordo il periodo, forse l'estate del 1996. Accompagnai lui e gli altri a Levanto. Bellissima località a me, allora, sconosciuta. Non mi feci tante domande, andammo al mare e basta. La tavola da surf fu riposta nel furgoncino. Anonima e inosservata. Levanto regala una bella passeggiata sul mare: la prima vista, e relativa prospettiva, fu d'impatto. Un mare liscio con una scaduta forse mai più vista: onde piccole ma perfette. Ma ancora non avevo 'sentito' nulla.

Mi capitò tra le mani un materessino da mare. Non ricordo se di qualcun'altro o se lo comprai. Sdraiato sopra, inconsapevole di regole e norme di comportamento in acqua del surfista, mi avvicinai, sbracciando sullo stesso, al picco, da dove si inizia a prendere l'onda. Per fortuna non era presente nessuno, se non il buon Pino e un altro ragazzo, conosciuto gli anni seguenti. Le onde erano  davvero poca cosa, ma ogni tanto arrivavano e srotolavano con una precisione sconvolgente.

Ecco. Iniziai a sentire qualcosa. Un piacere che veniva da dentro. Dallo stomaco saliva sino alla testa e in qualche modo mi rese dipendente. Ero contento: quel momento in cui senti di esserlo è che raramente si manifesta.

Iniziò una passione che ancora oggi non ho abbandonato. Che nei primi anni di pratica si manifestò anche in situazioni e momenti estremi, come un tempo metereologico non sempre accomodante. Che condizionò le mie vacanze, le mie giornate. Iniziai con il Bodyboard e con il Bodyboard ho continuato. Nacque il Bodyboard Club Liguria, che ancora oggi mi piace ricordare.