Oggi, definirsi un fotografo storyteller, un visual storytelling, è più che mai di moda. Ma, esserlo e interpretarlo di fatto è più impegnativo che scriverlo nel proprio claim.
Ho sempre preferito pubblicare, sul mio sito web, servizi fotografici matrimoniali completi per descrivere con più trasparenza possibile il mio lavoro e il mio stile.
Parallelamente, utilizzo sui social una singola immagine, o più singole immagini in più pubblicazioni, per sedurre e incuriosire il potenziale cliente e portarlo a visualizzare uno o più lavori completi, ovvero le gallerie fotografiche di matrimonio appena descritte.
- La singola immagine è importante perché anticipa lo stile e insieme le capacità tecniche del fotografo. Deve far sognare, essere originale e d’impatto immediato.
- La galleria definisce ancora meglio l’interpretazione del professionista e le sue capacità. E’ l’insieme delle migliori fotografie, scremate dalle migliaia scattate, che descrivono al meglio la giornata. E’ una scelta che implica valutazioni diverse da quella per la singola immagine.
C’è ancora un successivo passaggio che completa e descrive, anche ‘fisicamente’, il lavoro del fotografo di matrimonio: l’album e quindi la sua composizione.
Mettere assieme e dare significato a 50-100-150 immagini, ‘fare storytelling’, appunto all’interno di un album, è un poco più articolato di come si crede e si fa credere.
E siccome un servizio fotografico di matrimonio, un reportage di un evento, è composto da più immagini, questa competenza assume un ruolo molto importante per poter fornire un lavoro più autorevole.
Costruire una struttura narrativa efficace richiede competenze diverse da quelle di riuscire a scattare una fotografia eccezionale.
La narrazione, all’interno dell’album, sarà composta anche da immagini non necessariamente belle e significative, ma che avranno il ruolo di trasportare la lettura e creare attenzione non solo per il proprio contenuto ma anche per la propria forma, grandezza e posizione all’interno di una impaginazione.
Sono equilibri e strutture che legano le pagine, che se ben attuate creano una ‘sceneggiatura’ e aiutano a leggere la storia.
E’ definiscono un poco di più il fotografo come storyteller.
(se guardi da smartphone è preferibile ruotare orizzontalmente lo schermo!)

































